RIPRODUZIONE AUDIO



B1- Chiesa della Badia o di S.Maria- Primo incontro tra Dante e Beatrice ?

Vicino all’ingresso secondario della Badia, in via Dante Alighieri, una lapide riporta:
Fiorenza dentro dalla cerchia antica/
ond’ella toglie ancora e terza e nona,
si stava in pace , sobria e pudica (Par. XV, 97-99)
I versi alludono alla prima cerchia muraria della città, la cerchia antica: Il trisavolo di Dante, Cacciaguida, incontrato in Paradiso, rimpiange i tempi passati quando Firenze viveva in pace, con sobrietà e decoro. Allora si pregava nella chiesa al suono delle campane alle ore 9 (ora terza) e alle 15 (ora nona).
L’ abazia benedettina ( Badia sta per abazia), situata in via del Proconsolo, era stata fatta costruire dalla contessa Willa, madre di Ugo di Toscana.
La chiesa è ricordata da alcuni come luogo del primo incontro tra Dante e Beatrice quando Beatrice aveva 9 anni ma nella Vita Nova non si dice dove ciò avvenne..
Fondata nel 978 è la chiesa più antica di Firenze : l’esterno in pietra è del colore della terra secca come molte costruzioni medioevali. Ha un campanile esagonale di 70 metri che svetta sulla città e per secoli sono state le sue campane a segnare le ore a Firenze. L’aspetto esterno originale è mutato a causa di un rifacimento duecentesco in stile gotico.
L’interno, a tre navate, mostra oggi un soffitto a cassettoni e resti di affreschi alle pareti con un restauro conservativo.
Nella Chiesa della Badia riposa Ugo di Brandeburgo, vicario in Toscana dell’imperatore Ottone III, morto nel 1001, che Dante chiama il gran barone.
La sua tomba è un sarcofago di marmo e porfido di Mino da Fiesole (1446- 1481) situato in un’edicola entrando nel braccio sinistro del transetto-. Ugo, detto Ugo di Toscana, è scolpito dormiente sopra il sarcofago. Ai lati due puttini reggono il suo scudo con strisce rosse in campo bianco. Una Madonna con bambino, entro un tondo, si trova in alto, al centro dell’edicola ed è inoltre presente la personificazione della carità.
Ugo di Toscana è ricordato anche da una lapide sulla destra della facciata :
«Ciascun che della bella insegna porta
del gran barone il cui nome e il cui pregio
la festa di Tommaso riconforta,
da esso ebbe milizia e privilegio; (Parad. XVI 127-130)